Il Thauma e la risposta - I libri e i racconti

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Il Thauma e la risposta
I primi anni Settanta furono eccezionali, non solo perché eravamo giovani, ma perché sapemmo cogliere opportunità uniche di cultura, divertimento e magia, sebbene impregnati dalla furia ideologica che imperversava nei licei occupati e nella guerriglia urbana.
Avevo sedici anni e nel mese di giugno, a fine anno scolastico, partimmo per un mondo antico ed un mare cosmopolita, quello della Magna Grecia campana, a scavare i vetusti muri che udirono i passi e le voci di Parmenide e Zenone nell’antica Elea. «Per imparare la storia, la filosofia e la bellezza direttamente sul campo, là dove vennero per la prima volta espresse» - così affermava il nostro professore di filosofia, promotore di tale straordinaria avventura della conoscenza, nonché nostro compagno di scavi nel parco archeologico. Tale insegnamento, di cultura e di vita, fu sicuramente superiore a tutti i libri che avremmo potuto leggere sull’argomento. Nel corso degli anni agli scavi parteciparono centinaia di ragazzi di diversi licei da ogni parte di Europa (all’epoca non esisteva Erasmus…).
Camminavo spesso dietro al professore sulle antiche e rosate mura dell'Acropoli, mentre al tramonto un sole rosso lambiva la linea d'orizzonte del mare un tempo greco. Mi raccontava dei filosofi eleatici, di Eraclito, dei mistici d'Oriente, di Pitagora, del Tao. Un giorno, ad un tratto, mi guardò fisso dai suoi spessi occhiali e disse: «Ho una domanda proprio per te: che cosa potrebbe mai unire l'infinitamente grande all'infinitamente piccolo?».
Non seppi rispondere. La domanda rimase archiviata nella mia memoria per quarant'anni.
«Ciò che unisce l’infinitamente grande all’infinitamente piccolo è la danza!» - oggi risponderei così …

Digressione filosofica: Ts’ai Ken T’an, filosofo taoista, affermava "La quiete in quiete non è la vera quiete. Soltanto quando c'è quiete in movimento può apparire il ritmo spirituale che pervade cielo e terra”.
Movimento e mutamento sono proprietà essenziali di tutte le cose, intrinseche ad esse, dal roteare solenne dei massimi sistemi cosmici, al vorticare iperbolico di ogni particella subatomica, alla vibrazione armonica di ogni singola stringa quantica. L'intero universo, dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo, è impegnato in un movimento ed in un'attività senza fine, in un’incessante danza cosmica di energia. Non credo esista una ragione o una qualche finalità, ma credo sia opportuno non opporsi e danzare. La danza è quindi la costante che unisce ogni cosa, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo.

Dopo lungo cammino, arrivati sul culmine della cinta difensiva dell’antica città, all’ombra di un solitario ulivo, il professore ci ammoniva sul Thauma: «Ricordate che la filosofia nasce dalla meraviglia. La parola greca che traduciamo con “meraviglia” è Thauma. Fu Aristotele a raccontarci della meraviglia che l´uomo prova nei confronti del mondo e che lo spingerebbe a conoscerlo».
Thauma è lo stupore di fronte a ciò che ci sembra strano, diverso, imprevedibile, incomprensibile, magari mostruoso o bellissimo, e nasce dall’originaria paura esistenziale dell’uomo. Il Thauma però è anche capace di spingere l’essere umano al dominio, imponendo un nostro ordine alle cose di questo mondo, grandi o piccole che siano, come rimedio.
La filosofia avrebbe quindi origine dalla paura, dal timore dell’uomo per il divenire del mondo e dalla terrifica scoperta che ogni cosa nasce e muore, “diviene quindi”.
Nel tentativo di dare risposte e porre rimedio al Thauma primitivo, la mitologia, la religione e la scienza si affiancano alla filosofia, talora in conflitto, talora in collaborazione. La peculiarità della filosofia sta nella scelta prioritaria del metodo, ovvero come porre domande corrette, più che nella predisposizione di verità assolute.
Ritornati al vecchio casale di partenza, ristorati da un buon bicchiere di vino - di cui il professore era raffinato intenditore - ci parlava infine di Parmenide: «Parmenide fu anche il fondatore della Scuola Medica Eleata, a sua volta ispiratrice della Scuola di Salerno (prima scuola medica in Italia). Il filosofo apparteneva agli Ouliades, guaritori del corpo e dello spirito, nonché legislatori, ovvero guaritori dei mali della città, in quella che oggi chiameremmo visione olistica».
L’insegnamento antico è quanto mai attuale: l’arte moderna della medicina, travolta dalle “specializzazioni”, ha perso la capacità di comprendere appieno i moti interattivi di corpo, spirito e contesto sociale. Dovrebbe essere prioritario guarire la “città”, cioè la società, per poi poter guarire l’individuo... avrei soggiunto oggi.
Il Professore oggi incalzerebbe nuovamente: «Dimmi ancora qualcosa sul possibile comune denominatore fra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo». «Sì certo la danza… Ma non può esserci dell’altro? Dove avrebbe origine la danza?»
Rifletto - rifletto da oltre quarant’anni - penso allora alla grande Simmetria dell’Universo, originato in un nulla perfetto, un punto al di fuori del tempo e dello spazio, che ancora non esistevano, nell’assoluta quiete di una simmetria estrema, quattordici miliardi di anni fa, prima ancora che tutto avesse inizio.
Già Empedocle descriveva questo stato perfetto, da lui chiamato Sfero, nel quale “gli elementi, tenuti insieme dall'Amore, sono così strettamente congiunti da essere ridotti ad unità indifferenziata; non vi sono né la terra, né il mare, né la luce, né il buio e Amore è forza divina che gode di sé stessa e della propria totale autosufficienza”.
Ma venne il Big Bang: un infinitesimo seme di asimmetria scosse il brodo quantico e tutto esplose creando il tempo e lo spazio. Seguì in brevissimo tempo, nel tempo ora esistente, la fase dell’inflazione cosmica, fase primordiale di espansione accelerata dell’Universo, ipotizzata per spiegarne l’alto grado di omogeneità in tutta la sua immensità.
Ma anche il seme originario dell’asimmetria si espanse fino ad abbattere l’antimateria, a coagulare i semi di galassie, soli, mondi, noi viventi e umani… E noi stessi siamo fatti nel corpo, negli organi, nel cervello da elementi simmetrici (due emisferi cerebrali, due reni, due polmoni, due occhi…), sebbene le nostre metà non siano mai perfettamente uguali. Questo seme di disarmonia può però arricchirci, per esempio nella ricerca di nuovi equilibri per la convivenza delle nostre componenti maschili e femminili.
Il seme impercettibile dell’asimmetria ancestrale si ripercuote, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, nell’intero universo, quale motore del tutto e della danza cosmica, alla ricerca di sempre nuovi e più complessi equilibri ed armonie.
Chi fu a porre questo “screzio”, “peccato originale” nella quiete perfetta del nulla? Un Demone, un Dio o il Caso?
In fondo gli antichi avevano già detto tutto. Empedocle ancora asseriva: “Inizierà a farsi sentire l'azione della contesa, e la perfetta unità comincerà ad incrinarsi, nasceranno le cose, nascerà il mondo, quale noi lo conosciamo, con il raggiungimento dell'equilibrio tra Amore ed Odio”.
Il Professore chiedeva di fare silenzio sulle antiche mura, perché avremmo potuto udire la parola degli Antichi. Anche oggi, dopo tanti anni dalla sua scomparsa, sono convinto che potrei percepire negli stessi luoghi il suo spirito, in sereno convivio con lo spirito degli Antichi, magari sorseggiando insieme un buon bicchiere di vino...

(Nell’immagine. L'urlo di Munch)
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