Noi e il sole - I libri e i racconti

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Noi e il sole (da un dipinto di Pellizza da Volpedo)

In un non luogo senza tempo e senza spazio era la simmetria, l’omogeneità, l’assolutezza di un punto, ovvero la perfezione nel suo immobile equilibrio.
Poi, per l’intervento di un Dio, di un Demone o solo di un Caso beffardo, un infinitesimo screzio nella struttura portò all’esplosione, 14 miliardi di anni fa, e fu il big bang.
Ma nell’Universo in inflazione simmetrica che ne scaturì persisté un seme di disomogeneità, di anisotropia e i gas si addensarono e si accesero infine in stelle e queste rotearono a formare nebulose e galassie, a formare pianeti e chissà quant’altro; e a formare la complessità, la vita, l’evoluzione, la capacità senziente.
Tutto ebbe inizio da un infinitesimo screzio nell’infinitesimo punto della perfezione iniziale.
Viviamo oggi nella transitoria festa luminosa di un Universo destinato, in tempi inimmaginabili ma reali, a spegnersi nella pace letale dell’entropia, ovvero nell’assoluto disordine acinetico di ogni forma di energia, a far evaporare per sempre questa eresia, lo scandalo della complessità, dell’asimmetria.
Nei tempi dell’evoluzione che ci restano (lunghi? lunghissimi?), avrà l’Universo (avremo Noi) tempo e possibilità per riuscire a trascendere questa coazione, a trovare un senso, a capire che cosa sia infine la Bellezza?
Ogni vita che si spegne, ogni civiltà che scompare, ogni stella che esplode muore per sempre, per sempre si perde un’irripetibile unicità nella diversità. Forse ci è concesso di lasciare una traccia, una testimonianza, un seme genetico per possibili evoluzioni o divagazioni future: vorrei che questo non fosse illusione.

Il sole, Pellizza da Volpedo, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna.


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