Una gara a rimpiattino fra umani e batteri - I libri e i racconti

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Siamo uomini antichi
Siamo i sopravvissuti ad infinite pestilenze, la progenie di coloro che possedevano casualmente favorevoli mutazioni nel proprio sistema immunitario. Il gioco “a rimpiattino” (noi e “loro” - gli innumerevoli patogeni -) prosegue da sempre, con alterne vicende; e il mondo, da questo punto di vista, non è cambiato affatto.
Nel nostro profondo - nell’inconscio collettivo, direbbe Jung - risiedono gli stessi meccanismi di reazione alla paura dei nostri antenati; nel “DNA” degli istinti profondi abbiamo incamerato una paura antica, che identica riappare ad ogni nuova pestilenza.
Quanto mai attuale sarebbe la rilettura della “Storia della colonna infame” del Manzoni (la colonna, poi abbattuta, a ricordo del supplizio inferto ai due “untori” Giangiacomo Mora - barbiere - e Guglielmo Piazza, durante la pestilenza milanese del 1630). Germi della stessa follia li rinvengo nelle invettive, all’inizio del contagio, nei confronti di ragazzi cinesi, verosimilmente italiani di seconda generazione, che mai avevano visto la Cina o forse solo su google map; o, più recentemente, nei confronti di qualche solitario runner, sicuramente “untore”.
Non illudiamoci, me per primo, nessuno di noi è immune a questi meccanismi, alle paure antiche, ai corto circuiti mentali: siamo sempre uomini antichi. E anche la “moderna” tecnologia, da questo punto di vista, ha cambiato poco o nulla. L’attuale pestilenza viene “contenuta” con la quarantena, e null’altro, come nel ‘300.
Nell’immagine: stampa dell’800 raffigurante la Colonna infame, prima del suo abbattimento, in via Gian Giacomo Mora, presso corso di Porta Ticinese a Milano.

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