la pittura greca - I libri e i racconti

Vai ai contenuti
La tomba del tuffatore
Così mi raccontava, qualche anno dopo, il prof Mario Napoli in visita alla “Sua” tomba del Tuffatore (una delle più importanti scoperte archeologiche del mondo greco e della Magna Grecia, da Lui scoperta nel giugno 1968, a Paestum):
«si tratta di una normale tomba a cassa, formata, cioè, da lastre di travertino locale. Nulla lasciava sospettare, al momento del rinvenimento, che questa dovesse particolarmente distinguersi dalle molte migliaia di tombe che si sono rinvenute da tempo intorno a Paestum, al di fuori di una cura particolare posta nel suturare con stucco bianco le congiunzioni tra le varie lastre, come se si fosse voluto evitare che l'acqua o il terreno penetrassero nell'interno della tomba. Sollevata la lastra di copertura, ecco apparire la tomba completamente affrescata, non solo nelle pareti interne delle quattro lastre formanti la cassa, ma anche, e questa è una strana novità, nell'interno della lastra di copertura...»
Con la dotta e chiarissima semplicità di chi sa essere grande Maestro, il professore dedicava il suo tempo al mio piccolo gruppo studentesco liceale, per raccontare “la storia bella” del passato, del nostro passato, dell’arte, della bellezza, della straordinaria simbologia espressa dal giovane tuffatore, come sospeso fra questa vita e quella ultraterrena.
Sono passati più di 40 anni, ma oggi rivedo a Milano, in mostra a Palazzo Reale (“Mito e Natura”), la lastra di copertura della Tomba del Tuffatore, e vengo rituffato in quei ricordi belli.
Ho avuto nella vita la fortuna di avere qualche “Maestro”, Mario Napoli fra questi: senza di loro difficilmente avrei potuto conoscere l’amore per la bellezza.   E ne sono indelebilmente grato.

(Nell’immagine: la tomba del Tuffatore, Paestum)

Torna ai contenuti