IL TÈ DEL PROFESSORE – FILOSOFIA SUPERFLUA TRA ORIENTE E
OCCIDENTE
Gli appunti del vecchio professore di liceo - casualmente
ritrovati dal suo allievo dopo ben cinquant’anni - stimolano una serie di riflessioni
sulla ricerca delle origini del pensiero, declinato nel tempo, fra Oriente e
Occidente, tra miti, religioni, sistemi filosofici e scienza, a dimostrazione
che le variegate strade intraprese dal pensiero umano talvolta riconoscono
antichi legami comuni, talora antitetiche divergenze.
Il Professore e l’alunno - ora medico in pensione -
tenteranno un’impossibile sintesi fra mondi eterogenei, in epoche remote e
moderne, in un dialogo dapprima reale iniziato sui banchi di scuola, e poi
immaginario, proseguito nei Campi Elisi. Gli ultimi scritti ritrovati si
rivelano un testamento spirituale, nell’approssimarsi del suo ultimo viaggio.
Conviviali incontri pomeridiani a casa del Professore con i
compagni più entusiasti, allietati da tè e biscotti, vedono l’evolversi del
dialogo e nel tempo s’invertono le parti: il discente tenta di completare
segmenti mancanti, suggerendo soluzioni alternative e analizzando la cronaca di
grandi eventi della Storia recente.
Alla filosofia si aggiungono poi riflessioni sulla storia,
la politica e la scienza, medica e fisica in particolare. Si disquisisce anche
di archeologia, vissuta nella polvere degli scavi e non solo sui libri. Il
tutto condito da un pizzico di goliardia, una punta di cinico umorismo e un
granello di tenerezza, quando l’autore racconta di una giovanile storia
d’amore.
Il Maestro si definiva un uomo superfluo, non nell’accezione
comune, ma in grado di super fluère, ovvero scorrere sopra e oltre le cose. Ciò
spiega il titolo “Il tè del professore - Filosofia Superflua tra Oriente e
Occidente”.
Questo libro è soprattutto un peccato di superbia, un
temerario e impudente tentativo di voler descrivere in forma unitaria il
pensiero umano, ovunque sviluppatosi nell’ecumene, ma anche un tributo al
mentore che, dopo mezzo secolo, ancora vive nei ricordi di quell’adolescente
curioso e sognatore, al quale ha trasmesso il desiderio della conoscenza e
l’amore per il sapere.
Gli appunti riordinati dell’opera sono dedicati al
Professore - uomo saggio, quindi senza nome, come lo erano gli Antichi Maestri
- che ci accompagnava all’ora del tè nell’Oceano infinito, in un viaggio lento
e privo di scopo, con la levità della brezza.