Il pallore dell'anemia - I libri e i racconti

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La sclera Blu
Era una giovane paziente ricoverata per una forma leucemica intrattabile. Lorenzina si spense lentamente in un pallore estremo, priva dell’ultimo globulo rosso e dell’ultima molecola di emoglobina, malgrado cure eroiche e trasfusioni. Fu in questa occasione che osservai il fenomeno clinico delle sclere blu. Nell’anemia terminale le sclere degli occhi appaiono di colore blu, per trasparenza dalle sottostanti strutture fundo-retiniche. E fu allora che mi trovai a riflettere sull’anemia e le sue estreme conseguenze.
Gli eroi e le eroine vivono nei luoghi e nei modi più impensabili.
Chi ha mai sentito parlare di Lasthénie de Ferjol? Fu un’eroina francese del ‘700, descritta nel romanzo “Une histoire sans nom” di Jules Barbey d’Aurevilly. Con il suo nome venne poi denominata la sindrome dell’anemia da perdita factitia (in medicina, si dice di fenomeno artatamente provocato).  La sventurata Lasthénie per diventare sempre più pallida inserì pungiglioni acuminati nello stretto bustino in uso nel ‘700, tali da conficcarsi nel cuore e provocare così un lentissimo inesorabile sanguinamento, fino ad una morte di meraviglioso estremo biancore.   
L’estremo e patologico bisogno di sentirsi belli ed accettati oggi è sintomo di una società sempre più competitiva. Ma è presente in ogni epoca e in ogni luogo, con declinazioni differenti secondo le mode dei tempi e modulato da eventuali componenti psichiatriche. Oggi i canoni di bellezza sono la magrezza (a volte fino all’anoressia) e l’“abbronzatura” (in termini medici: l’iperpigmentazione melanica da UV). In un tempo ormai remoto, al contrario, erano il pallore accentuato e la rotondità.
Il sangue, linfa della vita in ogni mitologia, ha come elemento propulsore una molecola di antichissima evoluzione, sita nel globulo rosso, l’emoglobina; la sua complessa struttura anulare (metili), con al centro uno ione di ferro, è tale da rendere possibile la cattura (negli alveoli polmonari), il trasporto (nei vasi sanguigni) e la cessione (nel buio di ogni anfratto tissutale) dell’ossigeno della vita.  L’emoglobina non nasce dal nulla, né per benevolenza divina: circa tre miliardi di anni fa un’alga monocellulare (esattamente un cianobatterio procariota informalmente indicato come alga blu/verde), imparò ad utilizzare l’energia solare mediante l’”invenzione” di una molecola, la clorofilla (nel cloroplasto dell’alga), formata da anelli metilici con al centro uno ione di magnesio, invece che di ferro. La clorofilla sarà in seguito la regina del regno vegetale, origine della catena alimentare/energetica di tutto il bios del mondo. Ma la clorofilla è stata anche il modello per tutta una serie di altre molecole fondamentali della vita, evolutivamente derivate. L’energia solare fu in grado di “saldare” fotochimicamente più componenti metiliche delle molecole organo-metalliche e di renderle più complesse ed adattate a nuove esigenze biochimiche. Insomma, anelli metilici via via più complessi, ma sempre con uno ione metallico al loro centro, “costruirono”, a partire dal modello originario della clorofilla, l’emoglobina, complessa molecola capace di legare l’ossigeno con al centro uno ione ferro - l’eme - nei vertebrati  terrestri e marini; l’emocianina (fornita invece di uno ione rame) nei crostacei, ragni e  molluschi; l’anello con vanadio (dal nome della dea scandinava Vanadis, dea  della bellezza) costituirà invece l’eme del “sangue” dei tunicati  (organismi marini precursori dei vertebrati, tra cui le oloturie o cetrioli di  mare). La vitamina B12 sarà costituita da anelli metilici che incastonano uno ione cobalto; anche il protoeme contenuto nei citocromi (organismi intracellulari mitocondriali fondamentali per il trasporto di elettroni e cioè degli scambi energetici e quindi motori della vita) ha analoga struttura derivata.  In definitiva tutte le fondamentali molecole organo-metalliche della vita, si sarebbero evolute dall’originaria clorofilla per sostituire, all’interno buio dei nostri corpi animali, l’assente energia solare con “nuovi” carburanti come l’ossigeno. La clorofilla, dominatrice del regno vegetale, è il primo trasformatore dell’energia solare in bios, le molecole evolutivamente derivate, come la nostra emoglobina o i citocromi proseguono la processazione dell’energia all’interno oscuro di tessuti e cellule.
Il filo evolutivo lega ogni forma vivente, dall’alga monocellulare all’uomo, e il sole, con la sua energia radiante, è il carburante primo di quasi la totalità di ogni declinazione del bios.   
Un ricordo va alla cara Lasthénie, immolatasi per celebrare l’estrema bellezza del candore, orfana volontaria di madre emoglobina e di padre sole.
Un ricordo va alla giovane paziente. Mentre Lorenzina si spegneva ancora senziente, le tenevo la mano, incantato dall’apparizione di quei meravigliosi, imploranti occhi blu.

(Nell’immagine: Amedeo Modigliani, ragazza dagli occhi azzurri)
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