La Storia si ripete - I libri e i racconti

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Mamma li Turchi!
Correva l’anno 1453 e Costantinopoli viveva un effimero e brillante fine impero di meravigliosa decadenza. Forse c’era poco da mangiare, ma gli spettacoli nel circo delle bighe non mancavano, i gossip e gli scandali pruriginosi neppure; c’era, insomma, la parvenza di una assoluta normalità, sebbene nessuno svolgesse veramente più le proprie mansioni, sostituite da progressivi formalismi burocratici, veri bizantinismi paralizzanti.
I medici, per esempio, non curavano più i malati, ma correvano qua e là a riempire papiri di perfetta inutilità, notificando il nulla della propria attività.
Fra questi c’era anche un tale Sironius, dimorato in un nosocomio della Provincia, a lungo indeciso se dedicarsi all’attività circense, verso la quale era indubbiamente più incline, e l’emulazione dell’arte di Ippocrate.
A dire il vero alcune cooperative di Traci Daci e Galati assistevano ancora i malati, prestando la loro preziosa opera extracomunitaria scarsamente retribuita. Sebbene a volte vi fosse qualche dubbio circa le loro effettive capacità e competenze, ai burocrati del Basileus interessava soltanto che fosse assicurata un’impeccabile contabilità dei decessi.
Di notte poi avvenivano strani trasferimenti: carriaggi di dolenti prelevati dal Nosocomio di Città percorrevano le scure strade verso fatiscenti ville suburbane, un tempo rinomati lupanari; in effetti parte dell’edificio del Nosocomio Centrale era ormai inagibile per crolli vari mai riparati, mentre le parti più conservate, arricchite di ori caldei e preziosi legni etiopi, ospitavano stabilmente i notabili del Basileus.
In Sironius talvolta prevaleva la vocazione del giullare e così levava la propria stridula protesta contro calami ed inutili papiri e paventava catastrofi future qualora non ci liberasse dai formalismi, ormai unica superstite arte bizantina. Era poi inorridito per l’uso di dozzinali armille al braccio dei malati, al fine di poterli sempre identificare, anzi conteggiare; aveva sentito che alcuni esarchi molto vicini al Basileus avrebbero voluto andare oltre al braccialetto e far tatuare una bella stella gialla sul petto dei pazienti giudei, così, solo per riconoscerli meglio…
Ma la voce del nostro cerusico buffone era isolata e non superava mai la soglia del silenzio imperante… Qualcuno lo prendeva anche in giro: zuzzurellone, menagramo, Cassandra!
«Tutto va bene! Tutto va bene!» gli araldi gridavano ovunque, «Questo è il migliore dei mondi possibili!», precorrendo il più famoso motto del nostro beneamato Leibnitz.
«La corsa delle bighe al circo ci aspetta!».  Panem (poco) et circenses per tutti! «Venite a sostenere il nuovo campione, l’equites Ronaldus proveniente dalla lontana Lusitania, che condurrà gli aurighi della nostra fazione!».
Ma le orde di Maometto II erano già alle porte delle mura della città, ed il panico infine si diffuse: «Mamma li Turchi!». Di lì a poco, i cittadini sarebbero stati tutti impalati… A ragione, qualcuno dice.
Non è dato sapersi quale destino toccò al nostro Sironius.
La caduta di Costantinopoli, capitale dell'Impero bizantino, nelle mani dei turchi ottomani, avvenne in un lontano passato di una landa remota, il 29 maggio 1453. Per fortuna noi invece viviamo in un paese normale.

(Nell’immagine: l'assedio di Costantinopoli)

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