Mordo quindi sono- Dedicato alla mia dentista - Consulenze e Consolanze Medico Filosofiche

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Mordo quindi sono- Dedicato alla mia dentista

i pazienti del dr. Claud.


Dedicato alla mia dentista

Da bambino il dentino da latte perso nella notte aveva gran valore. Veniva riposto con cura sotto un bicchiere capovolto e, voilà, al mattino si era miracolosamente trasformato in dieci lire, ai tempi una fortuna…
Ma il rapporto con i denti divenne presto conflittuale: carie ed apparecchi ortodontici usciti dall’armamentario delle più atroci torture medioevali mi accompagnarono per i decenni successivi, fino alle estrazioni, ai ponti, alle ricostruzioni. Allora voglio cavarmi anche questo dente, e parlarne qui. La dentatura è un problema di tanti. Ma è ciò che ci ha permesso di essere qui e prosperare.
Qualcuno affermò che il dente da vivo è la prima cosa a marcire e da morto l’ultima a scomparire. Era sicuramente un paleontologo. Senza i denti non esisterebbe la paleontologia.
Il biologo francese Georges Cuvier (inizio del XIX sec.), affermava orgogliosamente che sarebbe stato in grado di ricostruire l’intero scheletro di un animale a partire da un solo dente; il dente è quasi sempre la parte meglio conservata dei fossili.
Ed è dallo studio dei denti, fossili o meno, che deriva gran parte della conoscenza della nostra storia evolutiva.
I denti “nascono” circa 500 milioni di anni fa, negli invertebrati conodonti, a partire dall’evoluzione aculea (cioè mediante l’acquisizione di aculei durissimi) di una conchiglia. Ciò consentì ai conodonti un’efficace alimentazione, grazie alla capacità di mordere creature più grandi della loro bocca. E qui nacque Caino…
Ma è con gli ostracodermi (sottoclasse di pesci fossili vissuti in un periodo di poco successivo) che avvenne un fondamentale passo evolutivo e i denti assunsero un ruolo extra alimentare; per sommazione di numerosissimi minuscoli denti fra loro embricati, si andò a costituire il primo abbozzo di un cranio, di un esoscheletro duro (fatto di idrossiapatite, sostanza organica a base di calcio, durissima), atto a proteggere la parte più delicata della creatura.
Da questo processo - sempre per sommazione di parti dure - ebbe origine tutto lo scheletro (vertebrati completi). L’impalcatura dello scheletro interno (ma verosimilmente anche l’esoscheletro degli insetti) deriva evolutivamente dai denti.
Con un salto di centinaia di milioni di anni arriviamo ai dinosauri, dominatori del mondo Giurassico, e alla loro estinzione (fine del Cretaceo, sessantacinque milioni di anni fa). La loro scomparsa avvenne in seguito ad un cataclisma globale dovuto all’impatto con un asteroide. Ma per spiegare la fine dei dinosauri andrebbe considerato anche l’aspetto “denti”.
I mammiferi che sopravvissero e presero il loro posto nel dominio del creato avevano una marcia evolutiva in più proprio nella masticazione: i denti dei mammiferi (a differenza dei denti tutti uguali dei rettili) sono specializzati (per il taglio, la lacerazione, la molatura e così via), hanno più radici e cuspidi e soprattutto sono caratterizzati dall’opponibilità nell’occlusione dentale. Il dimetrodonte (rettile precursore dei mammiferi) rappresenta il primo fossile di nostra conoscenza con evidenza di denti diversificati: nel corso dei milioni di anni successivi da lui deriveranno tutti i mammiferi… Insomma fu il nostro trisavolo.
Gran parte della storia evolutiva dei mammiferi (e quindi anche della nostra) è la storia di nuovi modi di processare il cibo: mangio meglio e quindi prolifico con successo...
Cara la mia dentista, un giorno, molto lontano, quando anche i resistentissimi denti fossili finiranno in polvere, resterà, per la gioia di archeologi e paleontologi di un remotissimo futuro, il titanio di un tuo impianto, praticamente eterno... Pertanto grazie, anche in nome della paleontologia che verrà e della Storia!

(Nell’immagine: Caravaggio, ragazzo morso da un ramarro, particolare)

 
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