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Camminavo dietro al Professore sulle antiche e rosate mura dell'acropoli; il sole rosso di tramonto estivo, enorme, lambiva ormai la linea d'orizzonte di un mare un tempo mediterraneo e greco. Mi raccontava di Parmenide, di Eraclito, dei Mistici d'oriente, del TAO..."Claudiano, ho una domanda per te" (rivolta all'ingenuità dei miei 16 anni): "che cosa potrebbe unire mai l'infinitamente grande all'infinitamente piccolo?".
Non seppi rispondere e la domanda rimase archiviata, sospesa nell'inconscio, per quarant'anni.
Oggi ho una risposta.
"La quiete in quiete non è la vera quiete. Soltanto quando c'è quiete in movimento può apparire il ritmo spirituale che pervade cielo e terra" (Ts'ai-