L'archeologia all'origine degli studi - Consulenze e Consolanze Medico Filosofiche

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L'archeologia all'origine degli studi

FRAMMENTI AUTOBIOGRAFICI


La lezione di Parmenide nella medicina moderna  
                                     
Il corso di Medicina iniziò per me molti anni prima dell‘università. Nel periodo delle vacanze estive del liceo percorrevo le antiche mura della città di Elea - nel territorio di Ascea Marina nel Cilento - durante le campagne archeologiche di scavo condotte da noi ragazzi.
L’Elea greca e mediterranea ci raccontava degli ouliades, filosofi e medici, guaritori dello spirito e del corpo, e nel contempo artefici del buon governo della città. Essere legislatori, ovvero “guaritori” dei mali della città, comportava la scelta di curare prioritariamente la società, per poi meglio curare i singoli individui.
Conobbi il pensiero di Parmenide di Elea, fondatore della Scuola Medica Eleata - a sua volta ispiratrice secoli più tardi della prima scuola medica italiana, la Scuola Medica di Salerno - il primo e più importante degli ouliades che si succedettero alla guida della città. E ne fui folgorato.
All’Università Statale di Milano iniziai, qualche anno più tardi, il vero corso di Medicina.
E mi appassionai immediatamente allo studio, con la scoperta di mondi sconosciuti, al contempo scientifici e magici, consapevole di avere il privilegio di poter sbirciare tra i meccanismi più intimi della vita, le ragioni profonde di ciò che siamo a livello cellulare, genetico, molecolare…
“Siamo nani sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto” - affermava Bernardo di Chartres 900 anni fa - e dopo di lui anche Bacone ed altri filosofi lo ripeterono.
Quanto relativo poco sforzo mi è costato apprendere conoscenze sedimentate nei millenni, a costruire cattedrali altissime di sapere…
E come per ogni innamoramento ho danzato con libri preziosissimi inebriandomi del loro odore, ho amoreggiato con ogni pagina fino allo sfinimento, associando ogni capitolo a brani dei Beatles prima e dei Pink Floyd poi, che fecero da colonna sonora a questo viaggio nel sapere.
E divenni medico.
Attraverso l’arte della conoscenza e della cura del corpo, a poco a poco appresi a considerarne anche lo spirito. Anni più tardi - acquisita tale opportunità - appresi a meglio curare altresì il corpo.
Per tutto il periodo della mia formazione apprendere fu sempre fonte di grande gioia. Quando imparai a dare priorità alla conoscenza dello spirito su quella del corpo, conobbi però anche la sofferenza umana, che empaticamente nel tempo si insinuava in me.
Eschilo nell’Agamennone recitava: “colui che apprende deve soffrire, e persino nel sonno il dolore, che non può dimenticare, cade goccia a goccia sul cuore, finché, nella nostra stessa disperazione, contro la nostra volontà, giunge la saggezza attraverso la terribile grazia degli Dei.”
Ma è risaputo che i filosofi e i poeti greci raggiunsero un livello spirituale nettamente superiore a quello di oggi.
Le memorie di gioie e dolori, di piccole e grandi storie di vita, di narrazioni tra il tragico e l’ameno, a me affidatemi da numerosi pazienti, rivivono in questi miei racconti, nel tentativo di rimandarne il definitivo oblio. Peculiare dell’uomo è la capacità di costruire storie e Storia. Una storia non esiste se non viene raccontata.

( Nell’immagine: Busto di Parmenide, rinvenuto dal nostro gruppo, presso gli scavi archeologici dell’antica Elea)

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